Lunedì 11 novembre, è iniziato il servizio di affido adulti con disagio mentale.
Alla fine dello scorso anno un Avviso pubblico destinato a nuclei familiari ma anche ad associazioni, cooperative sociali ed oratori chiedeva la disponibilità ad accogliere persone con disagio mentale “stabilizzato”, persone cioè che hanno concluso il loro percorso di cura e non manifestano forme di aggressività e nemmeno hanno trascorsi delinquenziali o di tossicodipendenza.
All’Avviso hanno risposto numerosi soggetti e il gruppo di lavoro, costituito da operatori del Servizio Sociale professionale dell’Ambito e del Centro Salute Mentale, ha selezionato la Fondazione “La dimora dell’angelo”,
Tutti i soggetti offriranno accoglienza, attività di socializzazione e possibilità di lavorare nelle attività agricole della fattoria sociale (Fondazione “La dimora dell’angelo”), opere di manutenzione (Cooperativa S. Chiara), nel settore videofotografico (Azzarone Libero).
Gli affidatari seguiranno appositi percorsi formativi e dovranno assumere l’impegno a promuovere l’autonomia personale e lo sviluppo delle potenzialità di vita della persona affidata, coinvolgendola attivamente nel contesto familiare o nella vita associativa e offrendole opportunità di inserimento sociale e lavorativo.
L’Assessorato alle Politiche Sociali, il Servizio Sociale professionale dell’Ambito, il Centro Salute Mentale, i soggetti affidatari si sono incontrati nei giorni scorsi presso l’Ufficio di Piano per ribadire l’impegno a lavorare insieme ed a verificare periodicamente i risultati di questo esperimento.
“Questo nuovo servizio – hanno detto ai Servizi Sociali - è una sfida per tutti gli operatori sociali a lavorare insieme in una logica di rete, ma è una sfida anche per il territorio, che dovrà dimostrare di possedere risorse per sviluppare una cultura di accoglienza e di inclusione sociale”.
La lotta allo stigma, obiettivo importante di tutti coloro che si occupano di salute mentale, e una nuova cultura dell’accoglienza e della coesione sociale si possono praticare solo uscendo dai recinti, dai luoghi chiusi, aprendosi con coraggio alla società civile e chiamando tutto il territorio alla responsabilità sociale.
Ufficio di Piano